Il volume raccoglie i testi delle relazioni presentate al convegno internazionale organizzato a Saluzzo il 17 settembre 2021 dall’Istituto per i Beni Musicali in Piemonte, che conserva l’archivio di Rosario Scalero (1870-1954) presso il fondo “Monique de Ruette Arnoldi”. Un’occasione per aggiungere particolari all’arco della sua biografia, a partire dagli anni di formazione: dai rapporti con l’ambiente musicale a Torino al decisivo soggiorno a Vienna e alla parentesi a Roma. Le nuove ricerche aggiornano le conoscenze su alcuni aspetti della creatività di Scalero per il violino, suo strumento prediletto, ma anche su altre pagine del suo catalogo, quali quelle pianistiche e orchestrali. Ne escono inoltre approfonditi i riferimenti ai modelli della grande tradizione classica, Bach e Brahms soprattutto, alla base del suo efficacissimo modo di insegnare la composizione. Ricevono così nuova luce i legami tra il maestro e i suoi allievi e le sue allieve dei corsi da lui tenuti a New York e a Filadelfia successivamente alla prima guerra mondiale — alcuni di essi destinati a luminose carriere: Nino Rota, Gian Carlo Menotti, Samuel Barber i principali. Fondamentale in quanto scenario di tutte queste vicende musicali la residenza estiva del maestro, il castello di Montestrutto nel Canavese, anch’esso oggetto dei recenti studi, così come l’archivio del musicista, ora riordinato e reso disponibile.
Qui di seguito le interviste fatte durante l’evento a cura di Daniela Negro